Il vino ha giocato sempre con l'arte.
Non c'è espressione estetica che fin dall'antichità ha tralasciato il vino. Lo troviamo nella scultura, nella pittura, nella letteratura.
Nel primo novecento quel fermento artistico il "futurismo" che si è interessato a tutte "espressioni" dell'uomo innescando una rivoluzione a 360 gradi non ha risparmiato nemmeno la cucina,il modo di cucinare, di presentare le pietanze, di mangiare e di bere. E del vino i futuristi dicono "se il vino è bevanda di antichissime tradizioni è tuttavia bevanda che si rinnova annualmente, bevanda dinamica, che contiene il carburante-uomo e il carburante-motore".
Simpatico e attuale il pensiero futurista sul vino ma ancora i futuristi hanno sentito l'esigenza di promuovere il vino italiano. Ogni iniziativa per valorizzare il vino è la benvenuta ed auspicabile ma i futuristi vogliono aprire "le porte agli artisti d'avanguardia per propagandare il vino con criteri di modernità, appunto del futurismo, con applicazione di tecniche pubblicitarie innovative".
Che dire? Forse gli enti preposti alla promozione del vino italiano dovrebbero leggere le pagine dei futuristi!
Anche l'arredamento dei locali dove si consuma il vino non è tralasciato dai futuristi. In una nota apparsa sul 'Giornale Vinicolo Italiano' ecco cosa si dice dell'arredamento "C'è tanta gente, in questo mondo, che può amare forme architettoniche antiche e gustare il vino moderno -preparato negli ultramodermi stabilimenti enologici!- tra le mura di costruzioni a tipo medioevale, o nelle catacombe stranamente complicate, rintronanti di selvagge musiche a base di jazz-band.
Questa gente non pensa affatto che in quelle remote epoche l'uva si pigiava con i piedi; o se pure ci pensa, non vi attibuisce importanza. Probalbimente non vuole neppure ricordare che i fusti in legno di cui intorno trova abbondante decorazione vanno -ahimé - diminuendo di importanza nelle cantine nuove che adottano largamente le enormi batterie di vasche a piani multipli.
Persino le povere botti, seguono l'influsso del modernismo, e dopo aver tentato di ovalizzarsi al massimo, hanno esploso nella costruzione degli enormi tini da 800 ettolitri". Ed ancora '' sembra che il vino potrebbe oggi cercare e trovare nell'arte dei novatori, nella genialità dei futuristi, un'alleanza molto apprezzabile, in ciò che concerne architettura, decorazione, padiglioni, ristoranti, presentazione, pubblicità".
Ruggero Vasari (1898-1968) poeta futurista.
"E' un leone che ruggisce? Una locomotiva nera ed oro che si avventa nella notte?"
Ruggero Vasari, scriveva Ivan Goll, ci dà queste due impressioni... "è allo stesso tempo la fiera più addomesticata e più dolce. Tuttavia non scatenate il suo genio. Un nuovo essere vi apparirà: una fiera di acciaio e di rame. Il modernismo italiano ha creato in lui una forza patetica e tecnica allo stesso tempo. Il leone si trasforma in dinamo, questo è Ruggero Vasari."
Di Ruggero Vasari hanno scritto critici italiani e stranieri, da Gino Gori a Mario Verdone, da Balmenn Klahms a Gerhard Reinboth. Ruggero Vasari è considerato l'espressione poetica più alta del Futurismo.
Vasari ha pubblicato le opere teatrali:
Tre Razzi Rossi;
La mascherata degli Impotenti;
L'Angoscia delle macchine;
Tung-ci - Raun.
La raccolta di poesie: Venere sul Capricorno;
saggi di critica teatrale, d'arte e letteraria: Die Italienische Dichtung der Gegenwart-Junges Italien-Flugmalerei-Wir haben gewacht.
Opere inedite: L'Anticristo; Prampolini; Le sinfonie della metropoli; La danza dei pinguini.
Le opere di Vasari sono state tradotte in più lingue:
L'Angoscia delle macchine rappresentata la prima volta a Parigi nel 1926 al teatro Art et Action con musiche di Silvio Mix è stata tradotta in Tedesco, Inglese, Russo, Francese e Giapponese; il Raun in Tedesco.
Scultori come Prampolini, i pittori Depero, Balla, Marasco, Pannaggi gli hanno dedicato sculture e quadri.